Nel corso degli anni l’Etna è stata per me grande fonte di ispirazione. Il fascino e l’attrazione che questo vulcano riesce a trasmettermi sono difficili da esprimere a parole e forse è proprio questo il motivo che mi spinge ad affidare il compito alla mia reflex. Questa volta, però, ho deciso di avvicinarmi un po’ di più, percorrendo un sentiero meraviglioso che mi ha permesso di godere dello spettacolo da una nuova prospettiva.
L’Etna è un vulcano che possiede una attività eruttiva di tipo misto: esplosioni (cosiddette stromboliane) cui si accompagnano – il più delle volte – emissioni di lava piuttosto fluida che si riversa a valle. Grazie a queste sue caratteristiche “a Muntagna”, come viene chiamata dai catanesi, è meta attrattiva scelta da turisti e appassionati di tutto il mondo.
Con questo breve (si fa per dire) racconto spero di soddisfare la curiosità dei molti che mi hanno chiesto come arrivare fino in cima per vedere l’eruzione.
Dove vederla
Dal 1971, anno di formazione del cratere di sud-est (NSEC), ad oggi, la pressoché totalità degli eventi eruttivi (taluni particolarmente distruttivi) ha preso vita da quest’ultimo cratere e da bocche di nuova formazione ad esso collegate. Da qualche settimana, tuttavia, è il cratere di Nord-Est il protagonista e in particolare una bocca che da esso è originata.
Per fortuna i fenomeni di questi ultimi anni riversano la loro potenza distruttiva verso la Valle del Bove.
La Valle del Bove è una grande depressione posta sul fianco orientale del vulcano che raccoglie gran parte delle colate originate dai crateri sommitali. È possibile osservare le eruzioni che riversano il magma nella suddetta valle da alcuni punti strategici lungo le strade di montagna che portano al versante nord, prima su tutte la Via Mareneve che congiunge Fornazzo con Linguaglossa.
Se si vuole assistere ad uno spettacolo vero ed indimenticabile, tuttavia, bisogna munirsi di un po’ di forza – fisica ma soprattutto di volontà – e partire alla scoperta dei boschi e dei meravigliosi paesaggi che portano laddove il vulcano canta la sua musica ad alta voce.
Di percorsi ce ne sono decine – se non centinaia – lungo tutta la circonferenza del vulcano: uno più bello dell’altro. La posizione geografica strategica e, soprattutto, la grande varietà di fenomeni eruttivi che si sono susseguiti nel corso di migliaia di anni hanno permesso a questo vulcano di assumere una conformazione unica nel suo genere, dove a macchie di verdi boschi si fondono immensi paesaggi “lunari” nei quali, tra una grotta lavica e l’altra, si può sentire ancora il calore sprigionato dalle profondità del vulcano.
Sentiero 723: Citelli-Serracozzo
Per vedere più da vicino l’ultima eruzione tutt’ora in corso, quindi, occorre dirigersi sul fianco nord della Valle del Bove e godersi lo spettacolo. Il sentiero inizia circa 200mt prima di arrivare al Rifugio Citelli sulla destra. Parte da quota 1700m s.l.m. e prende il nome dell’omonimo monte cui si dirige: Serracozzo.
Si tratta di un sentiero assolutamente sicuro consigliatomi da una guida fidata. Lungo tutto il percorso sono presenti dei segnali che permettono di individuare facilmente la giusta direzione: si tratta per lo più di pali di legno con la punta rossa, sebbene è possibile trovare frecce, massi segnati di rosso o fazzoletti bianchi sui rami degli alberi. Perdersi, insomma, è impossibile.
Il sentiero di andata si percorre in circa 2 ore – molto dipende dal livello di allenamento di ciascuno – e permette di raggiungere la cresta della Valle del Bove sul versante nord. Da qui si ha una visione straordinaria dei fenomeni esplosivi ed effusivi che interessano la nuova bocca. Il percorso è molto battuto da guide e turisti e trovarsi soli, soprattutto in questo periodo, è praticamente impossibile.
Il tragitto inizia, come detto, poco prima del Rifugio Citelli, di proprietà del CAI e da poco ristrutturato, raggiungibile dalla Via Mareneve a partire da Fornazzo (Milo). Si entra in un bellissimo bosco di betulle che si estende fino al vallone Serracozzo: qui si snoda l’ampia colata del 1971 che ha lasciato una affascinante grotta di scorrimento lavico che è possibile visitare una volta giunti sul posto. Lungo la colata, nei pressi della grotta, sono presenti anche delle creste fissurate al centro che, di giorno, la illuminano lasciando passare dei meravigliosi fasci di luce.
Foto by EtnaTrekking
Superata la vallata si rientra nell’ultima parte del bosco e si prosegue fino a 1900m circa, dove la vegetazione si interrompe per lasciare spazio ad un paesaggio lunare “macchiato” da cespugli di Astragalo (attenti a non sedervici sopra!). Si prosegue ancora per l’ultima parte prima di arrivare sulla cresta della Valle del Bove a quota 2000m.
Già a questo punto è possibile vedere lo spettacolo dell’Etna in tutto il suo splendore: non resta che trovare un posto dove sedersi e riposarsi un po’. Chi preferisce può salire ancora un po’ ma la prospettiva è bene o male la stessa.
Da questo punto si può godere al massimo delle fenomenali fontane di lava e della lava che scende giù in Valle del Bove. Per chi non ha mai assistito a uno spettacolo del genere lo scenario sarà di certo mozzafiato, con l’Etna di fronte, la Valle del Bove che scende sulla sinistra e uno scorcio di tutto il golfo di Catania racchiuso dalla cornice che i fianchi della valle offrono; dietro di noi Taormina e la costa della Calabria, il tutto sovrastato da un immenso cielo stellato. Insomma “On the top of the world”.
Per la discesa le opzioni sono due: o si rientra dallo stesso sentiero fatto in salita e il tempo di percorrenza è presso a poco uguale a quello impiegato all’andata; oppure si può arrivare sino in cima alla Valle del Bove proseguendo lungo il ripido e breve percorso che porta a quota 2200m e discendere attraverso un sabbione che si congiunge con la parte iniziale del percorso fatto in salita.
Quando andare
Per evitare di avere il buio contro, un consiglio che mi sento di dare è di iniziare la salita intorno alle 17.00 per arrivare nel punto più alto per le 19.30 e rientrare dopo aver visto il tramonto, quando ancora la luce è dalla propria.
In alternativa si può optare per una salita in notturna, godendo delle esplosioni del vulcano in attesa dell’alba: un’esperienza senza dubbio indimenticabile.
Se il cielo è molto nuvoloso e sono previste piogge è sconsigliato intraprendere la salita, le condizioni cambiano molto rapidamente in alta quota e possono rendere vana ogni fatica. Se in cielo vi è qualche nuvola o un po’ di foschia, si può comunque intraprendere il cammino. Nella serata molto spesso l’Etna tende a scoprirsi.
Cosa e come fotografare
Se si pensa che l’Etna sia l’unica cosa da fotografare ci si sbaglia. Sarà senz’altro la protagonista principale dei vostri scatti ma lo spettacolo è mozzafiato da qualsiasi parte voi vi giriate. Che siano le fontane di lava, la città sullo sfondo o il cielo stellato, con un poco di impegno e un po’ più di pazienza si possono raggiungere risultati incredibili.
Per i fotografi ancora alle prime armi consiglio di non aver paura e fotografare in manuale. La taratura della luminosità da parte della macchina in condizioni di questo tipo non è quasi mai buona, quindi serve più che mai la mano del fotografo. E poi che bello c’è a scattare in Auto?
Indispensabile per evitare sgradevoli effetti “mosso” sono il treppiede, un telecomando e il blocco dell’otturatore: piccoli accorgimenti che permettono di evitare tremori e vibrazioni della macchina, principali nemici dei nostri scatti.
Pe le fontane di lava consiglio di scattare in posa B (Bulb), impostando il valore di diaframma che si vuole e tenendo aperto l’otturatore in base alle esigenze di luce. Sebbene sia preferibile scattare a diaframmi più chiusi per avere un tempo maggiore di esposizione, non sempre i risultati vengono bene, per cui io ho preferito scattare a f/4 variando il tempo di esposizione in base alle fontane di lava.
Se possibile, è conveniente mantenere gli ISO bassi, soprattutto se la macchina non ha una buona compensazione del rumore elettronico generato dal sensore in condizioni di buio.
Per il cielo stellato il consiglio dipende molto dall’effetto che si vuole dare. Basta ricordare che più tempo si tiene aperto l’otturatore più le stelle risulteranno mosse sullo sfondo, mostrando la loro scia.
Gli obiettivi da portare sono senz’altro un grandangolare (io ho usato il mio Tamron 17-50mm) e, se presente nel proprio parco ottiche, un teleobiettivo per avvicinarsi di più alle fontane; io ho usato il 70-200mm Canon.
Equipaggiamento
Questo percorso è all’altezza di qualsiasi escursionista, dal principiante al più esperto, e fa parte di una catena di sentieri di Mountain Fitness, che permettono cioè di dimagrire e migliorare le proprie performance fisiche.
Secondo le tabelle fornite dal Parco dell’Etna le calorie che è possibile bruciare lungo tutto il percorso sono più di 850kcal. Oltre all’esperienza, dunque, ne trae beneficio anche la nostra salute.
Per raggiungere la vetta e non rovinarsi lo spettacolo sono necessari alcuni accorgimenti che riguardano soprattutto l’abbigliamento:
- Scarpe da trekking o, in alternativa, scarpe che proteggano il malleolo
- Pantaloni lunghi
- Vestiti a strati (t-shirt e felpa)
- Giacca a vento, indispensabile più di ogni altra cosa
- Torcia, fondamentale se si torna col buio e se si esplora la grotta
- Bastoncini da trekking (se possibile)
- Colazione a sacco e qualche snack
- Acqua
In alta quota il vento può essere fastidioso e soprattutto freddo. Per evitare quindi di dover tornare subito per la temperatura poco sopportabile è importante vestirsi a strati e soprattutto avere un K-Way per il vento. Se si vuole passare la notte in cima alla montagna è indispensabile anche il sacco a pelo.
Gli snack sono importanti e possono essere utili quando c’è bisogno di rifocillarsi durante le pause. Il fabbisogno energetico di ciascuno, insieme al metabolismo, sono piuttosto differenti da soggetto a soggetto e talvolta può essere necessaria più “energia” durante la salita. Portate una barretta di cioccolato e andate sul sicuro.
Consigli e informazioni utili
- Il sentiero e l’esperienza della salita in generale sono un momento di divertimento e svago. Il percorso non è un circuito da corsa e nessuno vi rincorre, percorrerlo con calma facendo delle soste per rifocillarsi di tanto in tanto è il migliore consiglio che possa dare.
- Il cellulare prende lungo tutto il tragitto per qualsiasi esigenza. No panic.
- Se siete stanchi o cominciano a mancarvi le forze, fermatevi e se è il caso riscendete.
- Prima di partire assicuratevi che le condizioni meteo siano buone per la salita e per la visione dello spettacolo o la fatica sarà stata vana.
- Portatevi una macchina fotografica o una videocamera, gli smartphone in questo caso non servono!
- Non chiedete ai visitatori in discesa quanto manca per arrivare: la percezione del tempo in questi posti si annulla e potreste essere inutilmente scoraggiati.
Prima di concludere e lasciare spazio ad alcune foto dell’eruzione, vorrei ringraziare il Sig. Emmi che ad ogni eruzione sa sempre darmi i giusti consigli e le migliori dritte per vivere un’esperienza indimenticabile.
Potete vedere tutte le foto scattate durante le eruzioni cliccando qui.
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